Scienza e Magìa
Ricordate Daniele?
Aveva vent'anni e studiava medicina.

Lo avevamo intervistato
-Che tipo di medico vuoi diventare Daniele?-
-Un medico capace di sentire, capire, condividere pensieri ed emozioni...-

La verità non ha un suo tempo particolare, la sua ora é adesso, sempre...
Sono parole di Albert Schweitzer il grande medico missionario, musicista e teologo, Premio Nobel per la pace nel 1952; in questo senso facemmo gli auguri al nostro giovane amico per il suo futuro e gli chiedemmo un contributo per il nostro sito web.

Ora Daniele é un giovane medico e sta ottenendo successo non solo per la preparazione medico-scientifica che ha acquisito con serietà, ma anche per la capacità umana che aveva promesso e che sta mantenendo in pista (un medico capace di sentire, capire, condividere pensieri ed emozioni).

Per noi della bottega, oggi, il suo contributo diventa particolarmente prezioso; oggi come allora ci occupiamo di comunicazione e la riteniamo un'arte;  spesso una magia: come sempre ci riferiamo a un concetto di magia più romantico che esoterico.

Il vocabolario Zingarelli che teniamo in redazione (sempre pronto per darci una mano), alla voce magia (dopo le definizioni di forte effetto riguardanti le capacità potenziali dell'uomo di dominare le forze occulte  della natura e di sottoporle al proprio potere) dice: capacità di affascinare, ammaliare; d'altra parte, una sorta di innamoramento per il proprio medico é quasi un classico fra le persone semplici, innamoramento come espressione di quel sentimento di fiducia che secondo Ippocrate -scienziato greco fondatore della medicina scientifica e autore del famoso giuramento etico dell'arte del curare- diventa fondamentale nel rapporto tra dottore e paziente; fiducia e rispetto reciproco, riferisce il giuramento sopra citato, come in amore: in famiglia e in ogni altro gruppo sociale che si formi per una causa, un obiettivo, una meta da raggiungere, un sogno da realizzare insieme.

Daniele stesso, al tempo, da noi intervistato -prima di decidere di fornirci questo aiuto culturale, disse della magia, ispirandosi al poeta romantico inglese Wordsworth: antitesi della scienza, ma -in fondo- forma di irrazionalità che ci permette di cogliere ciò che sfuggirebbe alla ragione e ci toglierebbe elementi importanti della vita buona.

Quando il nostro cervello pensa e lavora, le numerosissime cellule che ne compongono il tessuto si associano in maniera da evocare immagini, emozioni, pensieri, ma ogni cervello organizza e struttura questi tracciati, queste esperienze, in maniera del tutto individuale; pertanto, dal punto di vista scientifico il tracciato che nel cervello di un uomo equivale all'immagine di un albero, nel cervello di un altro uomo può non evocare la stessa immagine: la supposta onda che dovrebbe trasmettere un'immagine in partenza da un primo cervello, potrebbe non provocare la stessa immagine nel secondo.

Daniele disse (e pensa ancora): un medico capace di sentire, capire, condividere pensieri ed emozioni..
Oggi come allora chiediamo a Daniele: Esiste -secondo te- una possibilità concreta di comunicazione tra medico e paziente un po' magica, capace di creare un unico codice della guarigione? Un codice comune  che permetta ad entrambi di cogliere  ciò che sfugge alla ragione, come il poeta suggerisce?

Madre Teresa di Calcutta, la migliore fra i "guaritori" del nostro tempo, sostiene che la peggior malattia sia oggi il non sentirsi desiderati né amati, il sentirsi abbandonati; sostiene che vi siano molte persone al mondo che muoiono di fame, ma che un numero ancora maggiore muoia per la mancanza d'amore.

In onore alla sua laurea, pubblichiamo di Daniele i primi scritti, di quando era ancora studente e ne attendiamo certamente degli altri...

Ancora una volta buon lavoro giovane amico.
Buona vita, dottore...
                                                                                                                            noi in bottega

QUESTA FU LA PRIMA RISPOSTA DI DANIELE

I quesiti che mi poni sono molto complessi. professore...
Inizio dunque questa corrispondenza con Te e con i navigatori della bottega, riconsiderando l'etimologia della parola 'medico'.

Il primo medico della storia é stato Ippocrate nel V-VI secolo, ma il termine 'medico'  non è di origine greca.
Le radici del termine sono indo-europee ed evocano due elementi essenziali per la medicina: la riflessione e la cura; a Roma è comparso il verbo mederi e il medico assume il ruolo di aiutare l'altro.

Nella concezione classica della medicina si può trovare una via già tracciata: riflessione, cura, aiuto.

Newton affermava di essere salito sulle spalle dei giganti che lo avevano preceduto, per giungere alle sue scoperte nel campo della fisica e ha dimostrato di essere critico verso l'Autorità, nel costante e coraggioso tentativo di ampliare lo scibile umano.

Ora sto scrivendo su un foglio bianco che a poco a poco si riempie di uno stillicidio di parole.
Un'idea segue l'altra e arricchisce ciò che è già stato fatto.
La creazione è un'attività ambiziosa: dal nulla nasce qualcosa che prima non esisteva.
Professore, io vivo questa sfida che mi proponi nel chiedermi di trattare qui l'argomento scienza e magia, come un momento molto emozionante e per questo la raccolgo.

Tutte le scienze sperimentali contribuiscono ad accrescere la cultura medica.
A questa crescita corrisponde la preparazione di strategie innovative per la cura delle malattie.
Alcune possono essere ormai controllate, altre pongono più stimoli alla comunità scientifica.

L'evoluzione prosegue e nuovi microrganismi emergono.
Lo stesso ambiente nel quale si vive risulta radicalmente modificato dal lavoro dell'uomo.
Le molte comodità che la vita moderna offre sono compensate negativamente da molte questioni emergenti come il cambiamento climatico, la presenza di metalli pesanti negli alimenti e l'esposizione a una enorme quantità di sostanze capaci di interagire con la base della vita:  il DNA.

Impegno del medico è quello di convogliare risorse-umane -e non solo- nella direzione giusta, con lo scopo di migliorare la qualità della vita dell'intero pianeta; per dirla come Kant "Agisci  in modo da trattare l'umanità -sia nella tua persona, sia in quella di chiunque altro- sempre come fine e mai solamente come mezzo".

Impegno del medico è l'empatia, la capacità di sentire,capire,condividere i pensieri e le emozioni di un altro in una determinata situazione.

A questo punto la definizione di medico si estende: ciascuno nella quotidianità può diventare un medico...

L'empatia deve essere universale.
Nessuno di noi può dimenticare o disinteressarsi di quello che accade nel mondo.
Ci sono le stragi silenziose e le guerre; lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo; la mancanza di cibo e acqua potabile; si potrebbe continuare con altre questioni aperte; il razzismo è la prima: credo ancora nell'idea illuministica che la cultura possa sradicare i pregiudizi.

Tutti progetti ambiziosi,ne sono consapevole, forse dovrei trarne una conclusione.
Il fatto è che non ne so ottenere, mi faccio guidare nelle scelte dal sesto senso; costruisco la mia personalità come si fa con un puzzle; ogni libro letto, ogni viaggio fatto, ogni nuovo amico aggiungono qualcosa alla mia vita.

Ho delle intuizioni che qui voglio riportare, ma non ne conosco ancora le conseguenze.

Qualcuno commenterebbe,"beata gioventù!".
Con affetto...!

                                                                                                                                         Daniele

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